Oggi
un altro articolo di cronaca ha riportato l'attenzione su episodi di
bullismo tra adolescenti. In questo caso, a una prima aggressione
fisica, è poi seguita la pubblicazione online del video,
qualificando l'episodio nell'ambito del sempre più frequente
cyberbullismo.
Con
quest'ultimo termine si intende una forma di bullismo che si serve
dei vari mezzi elettronici (internet, sms, immagini, video...) per
prevaricare "la vittima", farne oggetto di derisione, di
umiliazione. Le ragazze sono solitamente quelle più colpite.
L'articolo
integrale potete trovarlo qui.
Il
cyberbullismo favorisce da un lato l'immediata e rapidissima
moltiplicazione del numero di spettatori, dall'altra amplifica gli
effetti delle prevaricazioni subite dalla "vittima": senso di impotenza, scarsa
autostima, vergogna, difficoltà scolastiche e relazionali, ansia,
depressione, fino, in casi estremi, al suicidio... Questa volta è successo a Pavia, qualche giorno fa a
Bollate (Milano). Episodi simili sono in costante e preoccupante
aumento, grazie alla facilità di diffusione delle immagini, alla
sempre maggiore disponibilità dei mezzi elettronici da parte degli
adolescenti, all'emulazione, alla mancanza di una guida (interiore ed
esteriore) di condotta morale...
E
allora, cosa fare per prevenirlo?
Possibili
interventi, a livello scolastico e familiare:
- sviluppare e potenziare, fin da piccoli, l’educazione affettiva, e quindi l’educazione ai valori del rispetto e delle differenze, della stima, delle emozioni, della loro espressione e del loro riconoscimento;
- sostenere insegnanti e genitori nel loro ruolo di guida dei ragazzi (tramite dialogo, confronto ma anche regole chiare e precise, fino anche al controllo se necessario), in un periodo complesso, quale l'adolescenza, e reso sempre più complicato dai molteplici stimoli provenienti da programmi televisivi, internet, social network
- sviluppare e potenziare le capacità comunicative, l'empatia, la comprensione ed il senso di responsabilità per le parole ed i comportamenti usati;
- riflettere, aprirsi e confrontarsi sui bisogni dei bulli e delle vittime sottostanti alle loro modalità interattive e comunicative
Consigli
pratici per fermare il cyberbullismo:
- Parlarne per prima cosa con un genitore o un adulto di riferimento;
- Cambiare indirizzo di posta elettronica;
- Non frequentare più, o per un po’ di tempo, siti e chat in cui naviga il cyberbullo;
- Segnalare il cyberbullo ai moderatori delle chat, dei forum, ai proprietari di blog e siti internet;
- Ignorare il persecutore: a volte, infatti, l'essere ignorato lo fa desistere, mentre il ricevere suppliche, reazioni arrabbiate non fa che aumentare il suo interesse;
- Inviare un messaggio al cyberbullo, indicando che i genitori sono stati informati e hanno sporto denuncia alla Polizia;
- Se gli episodi sono prolungati e gravi, è importante contattare la Polizia Postale e delle Comunicazioni o i Carabinieri
Cosa
stabilisce il nostro ordinamento giuridico in materia di bullismo e
di cyberbullismo?
Ancora
manca un inquadramento normativo specifico. Tuttavia, i comportamenti
prevaricatori possono produrre conseguenze sia sul piano civile che
su quello penale, per i ragazzi con un'età superiore ai 14 anni. Per
i più piccoli, invece, possono essere attivate misure rieducative.
Infine, per tutti i ragazzi, le loro famiglie ed il contesto
scolastico possono essere realizzati interventi di sostegno
psicologico, individuale e/o di gruppo.
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