A
casa, per strada, a scuola, nei giardini pubblici e in tanti altri
contesti, i bambini si comportano in modalità che, se osservate,
ricalcano quelle degli adulti. Gli adulti infatti, in primo luogo i
genitori (e poi insegnanti, istruttori sportivi, idoli della tv e del cinema,,,) costituiscono fin dai primi anni di vita dei propri figli
il riferimento al come comportarsi nel mondo, al come affrontare le
tante sfide della crescita, al cosa è giusto e cosa è sbagliato...
A
questo proposito, studi ancora oggi molto attuali sono quelli
condotti nei primi anni '60 da uno psicologo canadese (Albert
Bandura). Questo studioso dimostrò, tramite un esperimento divenuto
ormai noto,
come l'apprendimento di condotte aggressive da parte dei bambini
potesse avvenire anche senza esperienza diretta ma tramite imitazione
di modelli osservati.
In
seguito, molti altri ricercatori hanno dimostrato come la visione di
scene violente trasmesse in televisione potesse costituire un modello
di apprendimento di altrettanta violenza da parte del bambino e dell'adolescente.
Tornando
ai giorni nostri, recentemente, in Australia, è stato realizzato un spot volto a
sensibilizzare l'opinione pubblica proprio su questa tematica.
Vi
lascio con una domanda:
Ci rendiamo conto che ogni giorno i nostri comportamenti rappresentano un modello per i nostri figli? Che
adulti vorremmo diventassero? E quali altri modelli vorremmo avessero crescendo?
Raccolgo la domanda e provo a confrontarmi con te. Quello che registro nella mia esperienza clinica è una sempre più diffusa "simmetria" nella relazione genitori - figli. Credo che questo infici a monte la componente educativa della loro relazione. Il genitore dovrebbe mantenere una posizione up per risultare autorevole (non autoritario) credibile e degno di rispetto. Al problema interno alle famiglie si somma quello a più vasta diffusione sociale, dove i modelli dominanti per i ragazzi, se va di lusso, non riescono a prescindere da un improbabile trono.e da una telecamera.
RispondiEliminaHo appena scoperto il tuo blog e letto un paio di post. Continuerò a seguire il tuo lavoro.
Gentile collega, ti ringrazio prima di tutto per l'interesse mostrato verso il mio blog. Confrontarsi è sempre fonte di riflessione, occasione di porsi domande, venire a contatto con punti di vista a volte simili, a volte diversi ma sempre arricchenti. Riguardo al post, mi trovo d'accordo con le tue riflessioni. In base alla mia esperienza professionale, infatti, alcune famiglie vivono momenti di difficoltà molto forti: da un lato i genitori sentono che il loro senso di competenza, il loro "potere" genitoriale sembra essere messo in scacco dai propri figli; sono genitori che si sentono impotenti, sfiduciati, stanchi; dall'altro i figli, di fronte a tali genitori in difficoltà, non trovano in loro un modello sicuro e autorevole, come scrivi tu, con cui confrontarsi e scoprirsi e mostrano il loro smarrimento e sofferenza con vari comportamenti problematici. Così, nel sostenere tali famiglie, lavoro con i genitori, con i figli o con tutta la famiglia, per rinforzare e sostenere i genitori in quel senso di competenza che sembrano aver smarrito, in quelle risorse che sentono di non avere più; ma anche nel sostenere i figli per ritrovare un dialogo, uno spazio di confronto, un sentirsi capiti e incoraggiati nell'affrontare le sfide della propria crescita. Percorsi difficili, dolorosi per tutti i membri della famiglia ma imprescindibili per ritrovare il proprio progetto esistenziale. A presto!
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